“Bonsai” di Sebastiano Messina, Repubblica 22/02/2005
Nella sua lettera apostolica sulle comunicazioni sociali, il Papa ha citato Gesù. Il quale, secondo il Vangelo, lanciò un monito severissimo: «Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio, poiché in base alle tue parole sarai condannato» (Matteo 12, 36-37). Ecco qualcosa che fa venire voglia di assistere -se e quando, s’intende – al giudizio universale, e di piazzarsi in prima fila giusto per sentire come tenteranno di cavarsela alcuni politici di oggi, che qualche «parola infondata», per restare al Vangelo, se la sono lasciata scappare.Non che mi aspetti nulla di nuovo, per carità. Davanti alla lunga lista di frasi incriminate, Berlusconi darà la colpa ai giornalisti comunisti che l’hanno travisato, l’onorevole Pecorella invocherà la prescrizione dell’nfondatezza preterintenzionale, il ministro Castelli spedirà gli ispettori negli uffici del Paradiso, l’avvocato Ghedini chiederà l’annullamento della Bibbia perché non è scritta in carta da bollo e l’onorevole Previti ricuserà San Pietro e San Paolo tirando fuori, a sorpresa, un fascicolo con le intercettazioni dei loro peccati di gioventù.
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