CONTRORDINE di ALESSANDRO ROBECCHI (da Paola Bensi)
«Giù le mani dai nostri bambini o leggerete il futuro nelle nostre manette». Non vi sfugga il calembour. Mani. Manette. Le zingare che leggono le mani (e rubano i bambini), leggeranno le manette. Ah, ah. Ognuno ha i copy che si merita. Comunque – perdoniamogli lo stile – è questo il nuovo slogan delle camicie verdi per la prossima primavera. Un bel pogrom contro il popolo rom e via, si torna ad «avercelo duro» come ai bei vecchi tempi. Il razzismo è il viagra padano. Alla base della nuova crociata, un episodio di cronaca: a Lecco, due ragazze rom patteggiano otto mesi per tentata sottrazione di minore ed escono subito, in quanto incensurate. Nessuno è sicuro di come siano andate le cose, i racconti sono confusi, le ragazze non parlano italiano, la dinamica non è chiara. Ma è un’occasione d’oro per la Lega, un’occasione di mobilitazione «popolare», accompagnata (la manna dal cielo) dal più antico dei luoghi comuni razzisti: gli zingari rubano i bambini. CONTINUA…
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