da Alessandro Ceratti
In questo sito sono stati più volte stigmatizzati duramente quegli studenti che hanno impedito di parlare all’ambasciatore israeliano. Certo far tacere qualcuno con dei brutti modi non è un atto particolarmente commendevole. Ma siccome si accosta questo episodio all'”analoga” cacciata di Fassino dal corteo pacifista diventano necessarie alcune precisazioni. Qui si tratta anche di giustizia e di uguaglianza. Quegli studenti che hanno azzittito l’ambasciatore in maniera “becera” e “antidemocratica” se avessero avuto uno scranno parlamentare dal quale esprimere la loro opinione probabilmente sarebbero stati pacificamente ad ascoltarlo. Non avendolo, la loro opinione (di vivissimo dissenso) l’hanno espressa in quella maniera rozza e primitiva, d’altro canto era l’unico mezzo di cui disponevano. Chi invece quello scranno parlamentare ce l’ha (cfr. Fassino) non si lamenti perciò quando viene “azzittito” o meglio allontanato da persone che hanno solo quella possibilità per esprimersi in una maniera in qualche modo “pubblica”. Fassino le sue possibilità di esprimersi ce le ha, e tante. Non ha bisogno di mettere il cappello su una manifestazione di massa.
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