Se ne leggono di tutti i colori. Terzismo è stare in mezzo, in maniera opportunistica. Terzismo è fare i paraculi. Terzismo è non prendere mai parte. Terzismo è dare un colpo al cerchio e uno alla botte. In realtà terzismo non è nulla di tutto questo. E siccome la parola l’ha inventata Paolo Mieli, attuale direttore del Corriere della Sera e siccome Paolo Mieli è amico mio, posso ripetere per l’ennesima volta che cosa si intende per terzismo. L’interpretazione autentica è la seguente. Terzista è chi, pur essendo di parte e dichiarando di quale parte è parte, non disdegna, di fronte a casi concreti, di criticare la sua parte e di parlar bene della parte avversa. Capito? Vi faccio anche un esempio. L’altro giorno è caduta una statua di Marc’Aurelio a Roma, dentro palazzo Valentini, sede della provincia. Caduta e rovinata. E alla fine anche un po’ scomparsa. I consiglieri provinciali di An hanno denunciato il fatto, gli assessori del centro sinistra hanno risposto con sufficienza e in maniera elusiva. Mi risulta che l’unico giornale che ne ha dato conto (magari sbaglio) sia il Giornale. Dunque, i giornali di sinistra non si sono comportati in maniera terzista. Ma io sono terzista e in questo specifico caso mi sento più vicino al consigliere di An che all’assessore di sinistra. E non scomodo la solita verità che è rivoluzionaria. Al giorno d’oggi purtroppo di rivoluzionario non c’è proprio niente. (csf)
Nessun commento.
Commenti chiusi.