da Sergio Gasparini, Roma
E’ Gennaio, tra la posta ho trovato il c/c inerente al rinnovo dell’abbonamento RAI, mi piange il cuore al pensiero di dover tirar fuori i miei quattro euro disponibili per contribuire al mantenimento di una struttura che dovrebbe essere al servizio dei suoi abbonati e che sempre più dimostra di essere al servizio della classe politica tutta, e oggi ancor di più al servizio di questa maggioranza. Non sto quì a ricordare le censure e le marchette televisive a cui dovremmo contribuire con i nostri soldi per la sopravvivenza del sistema, rifletto soltanto sulla regola democratica che ci infligge una tassa, decretata per legge, e su cui nulla possiamo, nulla possiamo pretendere, e ci esprimiamo unicamente tramite i tabulati codificati dall’Auditel, siamo i nuovi paria mediatici, e con le dovute differenze queste si, noi siamo il popolo mediatico dei battelli di Lampedusa, gli Albanesi di Brindisi, gli immigrati di colore che raccolgono pomodori nel Sud Italia, noi Italiani della grande Europa Unita, tutti in fila a pagare per la Loro informazione.
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