da Alessandro Ceratti
Non sono convinto del buon esito delle elezioni irachene. Tante cose mi fanno pensare che oggi saremmo qui a rallegrarci del successo dell’iniziativa comunque, qualsiasi cosa fosse accaduta in Iraq. Stabilire se l’affluenza alle urne sia stata alta, bassa, credo che sia una cosa piuttosto difficile, in particolare in un contesto come l’Iraq. E invece i seggi non avevano ancora finito di chiudere le porte e già si sapeva che l’affluenza era dell’80% come si si parlasse di un referendum in Svizzera. Chi aveva comunicato (e a chi?) così rapidamente i risultati delle votazioni a As-Samawah o a Ar-Rutbah? Non sono convinto perché ho sentito e letto troppi commenti di giornalisti sul successo della democrazia e troppo pochi rapporti su come sono andate per davvero le cose. Certe immagini ci mostrano che in alcuni seggi c’era la coda per votare. Credete sarebbe stato difficile trovare un seggio andato deserto? Ho come la sensazione di essere come il cittadino tedesco durante la guerra. Le truppe al fronte non fanno che vincere, ma sulla città i bombardamenti aumentano sempre.
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