Undicietrenta di Roberto Cotroneo (grazie a Paola Bensi)
No ,l’ho rivisto quattro volte. Poi una quinta, tanto per non sbagliarmi. L’intervento in diretta del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per spiegare il motivo per cui, il telegiornale da lui diretto, non ha dato la notizia dello scandalo delle Escort a Villa Grazioli e a Villa Certosa è assolutamente stupefacente. Intanto un dato parvenutistico: è apparsa una Treccani alle spalle del direttore. Non ricordo una Trecccani dietro nessun direttore, né di Tg né di quotidiano, eccetto un caso: il direttore del “Corriere della Sera”. Minzolini la mostra fiero, perché sa quanto è debole, per non dire ridicola, la sua posizione. Dunque quella sorta di totem della cultura italiana del Novecento è indispensabile a dargli una credibilità che francamente è priva di senso. Ma dire che la linea editoriale del Tg1 è quella di un’attenzione ai grandi temi mondiali, contro un disinteresse sprezzante e superiore a un gossip privo di notizie, ha qualcosa di patetico. Minzolini è un uomo che non si è mai occupato di politica estera, che non ha mai saputo molto di Iran e di Stati Uniti, e che ha passato buona parte della sua carriera giornalistica a fare il cosiddetto retroscenista. Ovvero colui che si nascondeva dietro gli spessi e imponenti tendoni della Camera per carpire pettegolezzi, battute e quant’altro ai deputati che credevano di non essere ascoltati mentre si confidavano con i colleghi. Fu un fedele aiutante del più spiritoso e intelligente giornalista parlamentare italiano, il decano di tutti, Guido Quaranta de L’Espresso. Al punto che ai tempi era stato soprannominato “Trentanove”, perché era un “Quaranta” con meno talento. Ora che un uomo come Minzolini, eccellente cronista della Stampa e spiritosa penna di gossip politici di ogni tipo, possa oggi atteggiarsi a direttore di un telegiornale, come fosse stato per tutta la vita un allievo di Henry Kissinger ad Harvard, non è naturalmente una notizia. Non è una notizia che nella residenza privata del presidente del consiglio circolino fanciulline di Modugno e zone limitrofe, scollate e anche vagamente ageé, per essere delle Escort. Non è una notizia che le fanciulle venissero procacciate da faccendieri di vario tipo, non è una notizia che esistano fotografie e filmati di questi incontri, non è una notizia che nelle residenze invernali ed estive del capo dell’esecutivo di un paese del G8 circolino tipe incontrollate che possono fare fotografie, registrazioni audio, e possono persino mettere microspie. Non è una notizia che Obama, nei giorni scorsi ha parlato con un Berlusconi che due sere dopo potrebbe raccontare mondanamente a una maggiorata di Poggibonsi se non di Urbino quello che gli ha detto il presidente degli Stati Uniti, non è una notizia che Chirac abbia raccontato che era rimasto turbato dall’ossessione per le donne del nostro presidente del Consiglio dei ministri, non è una notizia che lo stesso presidente frequenti minorenni napoletane e vada alle loro feste di compleanno, non è una notizia che il presidente non sia in grado di dare spiegazioni soddisfacenti, non è una notizia che la stampa di tutto il mondo, la più autorevole, si chieda quanto durerà il declino di Berlusconi, non è una notizia che Fabrizio Cicchitto si chieda invece come sia possibile che un fotografo qualunque possa scattare cinquemila foto dentro la residenza blindata di Berlusconi in Sardegna che se mai avesse un fucile con cannocchiale anziché un teleobbiettivo c’era poco da ridere, e non è una notizia che il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, mandi a Berlusconi una lettera aperta sul più importante quotidiano italiano, il “Corriere della sera”. Perché il Tg1 è il “New Republic”, il giornale di bordo dell’Air Force One: si occupa di politica estera, di Obama, non di un gossipetto che non interessa il nostro direttore Minzolini, allievo prediletto di Kissinger, e del compianto Dahrendorf, esperto di ermeneutica dell’informazione, che sicuramente ha studiato a Friburgo con Gadamer. Eccerto, lui che a “Porta a Porta” Berlusconi chiamava amorevolmente “Minzo”, che per un giornalista indipendente è un noto titolo di merito. Lui, Minzolini, ha la Treccani dietro, ma se non è di cartone, sarebbe opportuno la consultasse ogni tanto. Nonostante sia stata redatta e pubblicata in pieno fascismo rimane un esempio di democrazia e di rispetto per la cultura, che oggi sarebbe impensabile, visto l’editoriale che Minzolini, a sprezzo del ridicolo, è riuscito a fare dalle telecamere del Tg1
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