da Lorenzo Barracco
Sempre a discutere di poco interessanti particolari linguistici: Craxi in esilio o latitante? Che importanza ha? Proprio su questo sito chiaramente si affermò (“Due cose”, Peter Freeman, 07/06/04) che “la latitanza non solo non è un reato ma neppure un’aggravante. E’ un diritto dell’imputato”, e nessuno ebbe mai da ridire. Come fa Sabelli a distinguere chi si avvale del diritto di latitanza (e perciò se ne va altrove) da chi si avvale del diritto di cambiare paese e non tornare nel proprio (e perciò se ne va altrove)? E perché sembra esserci un sottofondo di rimprovero nel promemoria di Sabelli? Se uno deve essere disprezzato perché si avvale di “un diritto”…
Nessun commento.
Commenti chiusi.