da Santi Urso
Va bene tutto, anche che la mia prosa venga definita leziosa, senza cogliere nemmeno di striscio che la uso per scimmiottare ben altre (faustiane, direi) leziosita’; anche che un dalemiano (inteso come aderente a idee di cui si fa concretamente carico) sia definito peggiore della persona a cui (per pura comodita’ didattica) fa riferimento perche’ e’ un leader, e con cui ha comunque diviso esperienze forse ignote a molti per eta’ e snobistica scelta (volantinaggi, diffusione dell’Unita’ porta a porta, tesseramento, e cosette simili tradizionalmente sdegnate da tutti i “sinistri” puri, che attendevano anche nell’altro secolo che la Rivoluzione venisse a loro), insomma non mi frega niente dell’incomprensione e dell’insulto personale, ma che un metafisico sciocchino insulti intere generazioni formate alla migliore scuola sociale e politica che abbia avuto l’Italia postfascista, questo no. Percio’, sciopero. Fino alle fatidiche regionali. Allora tornero’ al lavoro amanuense, e poiche’ sono aduso alla critica e all’autocritica saro’ ben lieto di recitare il mea culpa davanti a Nike (si legge niche, non naik: e’ greco e vuol dire vittoria) Vendola, che avra’ cacciato i nuovi infedeli dal Tacco, tra la Daunia e il Salento (“If You Love Liberty, Remember Otranto”, e’ una millenaria invettiva che torna buona). A ben risentirLa.
Nike, nun ce lassà! (csf)
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