da Benedetto Romeo
I processi penali devono necessariamente concludersi con una sentenza definitiva di condanna. In tutti gli altri casi, si tratta di un fallimento dello Stato che, oltre ad aver buttato tempo e denaro pubblici, causa ingiuste sofferenze.Se, dunque, nel caso di Why not?, si fossero anche avute 41 condanne su 42 sentenze, non ci sarebbe stato da rallegrarsi troppo. Ridicolo, invece, è ritenere non poche le otto condanne, che non fanno nemmeno il 20% (leggasi: 80% di fallimenti).Se poi si aggiunge che, delle otto condanne, la più pesante è a due anni di reclusione, allora forse è il caso di chiedersi se tanto rumore (e non solo mediatico) sia stato giustificato.
Caro Benedetto, no, proprio no. Non ci siamo. Hai una visione della giustizia da Inquisizione. Fortunatamente le cose non stanno come dici tu. Fortunatamente c’è un giudice terzo che stabilisce se ha ragione la procura o la difesa. Ma la procura, come dovresti sapere, potrebbe perfino chiedere l’assoluzione (e spesso lo fa) se si convince che l’imputato è innocente. (csf)
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