da Pier Franco Schiavone, Milano
Mi dispiace, da “gobbo”, per quello che è successo alla Juve. La cosa è grave perché la Juve è più che una semplice squadra di calcio. Dalle mie parti, al sud, essere juventino significava appartenere ad una sorta di club esclusivo. La Juventus era popolare perché in qualche modo rappresentava il tramite terreno per arrivare agli dei. Essere juventini era anche un modo per favorire l’integrazione a Torino. Gli Agnelli lo sapevano e per questo la Juve non è mai stata ceduta, altro che “amove profondo per la squadva”, come diceva l’Avvocato. Quando si parla di Juve si parla di società civile. La Juve, come Bartali, occupa un posto tra quelli che hanno fatto l’Italia e unito gli Italiani. (…)
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