da Mirko Bedetti
Chi stabilisce qual è il momento per essere seri e quello per tornare cazzeggiatori? C’è un tempo massimo da lasciar trascorrere? E’ la conoscenza esatta della quantità delle vittime il limite, soprattutto gli italiani? O c’è un numero di giorni da trascorrere sotto il pressing di immagini disperate e accompagnate da un consono sottofondo musicale tanto da renderci assuefatti? Io non credo che sia necessario trascurare Mastella, Bertinotti, la politica interna, la cronaca, e rinunciare a descrivere il nostro paese surreale per dimostrare di avere a cuore quanto è successo. L’ironia non è alternativa alla serietà, semmai lo è alla seriosità pelosa. La routine di eventi che tragicamente ci coinvolge tutti è forse meno spettacolare dal punto di vista televisivo, ma ugualmente densa di occasioni per impegnare la nostra coscienza. La lista sarebbe infinita, partendo dall’Iraq e passando dall’Africa tutta fino ad arrivare al Sud America. Il silenzio non serve, semmai accontentiamoci della sobrietà.
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