“BONSAI” di Sebastiano Messina – La Repubblica (da Clara Giannattasio, Milano)
Non saranno mercenari, ma quei mille giovanotti “selezionati su un modello manageriale e aziendale”, quei mille propagandisti che “non saranno volontari ma stipendiati”, come spiegava all’Ansa un dirigente di Forza Italia la sera prima che Prodi li prendesse di mira, andrebbero chiamati – se vogliamo – militanti di ventura. Sono, senza saperlo, il segno e l’incarnazione della persistente estraneità di Berlusconi al mondo antico delle ideologie taglienti e delle passioni politiche, l’unica vera forza che possa spingere un giovane a dedicare il suo tempo e la sua mente a un lavoro dal quale non ricaverà una sola lira.Berlusconi ha sempre parlato, con sublime maestria, un altro linguaggio. Ha comprato televisioni e ha venduto pubblicità, ha mandato avanti la Fininvest con l’odore dei soldi e ha costruito un partito grazie agli stipendiati di Publitalia. Lui crede profondamente nel denaro come motore mobile dell’universo, e dunque è lì che cerca ogni volta la scintilla per muovere voti e votanti. Per lui è normale che un propagandista venga pagato, esattamente come i suoi agenti pubblicitari. Magari un po’ meno, visto che non incassano nulla.
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