di Massimo Gramellini (La Stampa) – inviato da Davide Taschini
Due giorni fa è stato inserito nella Finanziaria un condono per i manifesti politici abusivi. Dunque sono due giorni che aspettiamo la dichiarazione pubblica di un partito di destra o di sinistra che ci dispensi dal fastidio di passare per qualunquisti. Ma poiché nessuno ha trovato ancora il tempo di vergognarsi, diventa inevitabile tornare su questo scandalo, prima che altri più freschi lo releghino nel dimenticatoio. Nell’ultimo decennio la politica ha devastato con i suoi faccioni abusivi i muri di chiese e scuole, collezionando multe di 400 euro.
Adesso, in virtù della sanatoria, un partito o un candidato potranno ridurre la spesa da qualche milionata alla cifra simbolica e ridicola di 100 euro all’anno per ogni provincia in cui hanno violato la legge. Meglio ripetere: 1/4 di una sola multa per coprire le migliaia di infrazioni commesse. Nessuno pretende che i politici diano il buon esempio: illusioni di gioventù. Ci accontenteremmo che in una fase economica come l’attuale avessero almeno la decenza di non infierire. I Comuni non hanno più soldi per gli asili nido e quelli si inventano un condono che anziché ossigeno per gli enti locali si rivela una mezza pernacchia. Non soddisfatti, decidono di requisire il 10 per cento degli spazi legali per appendervi gratis le loro facce, privando le casse cittadine delle entrate corrispettive. Una bella tredicesima, niente da dire. Degno coronamento di un anno in cui, preso atto del momento drammatico del Paese, si sono già dovuti dolorosamente aumentare lo stipendio.
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