Satira preventiva di Michele Serra (da Repubblica)
Ormai è evidente: i cristiani italiani sono in condizione di soggezione e minorità, condizionati e atterriti dalla cultura giacobina
La persecuzione dei cristiani in Europa, e specialmente in Italia, è un fenomeno in forte crescita. Il presidente del Senato, Marcello Pera, in una dura nota d’agenzia ha recentemente denunciato l’odioso fenomeno della toccata di coglioni quando passa una suora, e ormai non si contano più le petizioni di quartiere contro il suono delle campane a martello all’alba, specie da parte di cittadini che hanno la camera da letto adiacente alla cella campanaria.
L’intolleranza anticlericale si è spinta a un tale punto che un anziano del quartiere Prati, a Roma, ha denunciato il parroco perché le vibrazioni del festoso scampanio sono così forti che gli fanno cadere la dentiera dal comodino. Preoccupante episodio anche nel cattolicissimo Veneto, dove un sindaco di centro-sinistra ha invitato l’arciprete a cambiare campane con la scusa, evidentemente pretestuosa, che quelle appena installate intonavano 24 volte al giorno ‘Ricominciamo’ di Adriano Pappalardo.
Ma la prova più evidente della condizione di soggezione e minorità dei cristiani italiani sta nel fatto che i cristiani stessi negano di sentirsi perseguitati: segno di quanto l’egemonia della cultura giacobina li abbia condizionati, se non atterriti. È toccato così a un gruppo di intellettuali liberali, come Marcello Pera, Ernesto Galli della Loggia, Giuliano Ferrara, Angelo Panebianco, Franco Califano, lanciare l’allarme. La loro presa di posizione è ancora più significativa se si considera che, chi più chi meno, si tratta di non cattolici, in genere dediti alla bigamia, al nudismo, al back-gammon, alle corse in macchina e alle barzellette sulle missionarie. Ha destato impressione il fatto che il loro documento congiunto, ‘Le radici cristiane dei ristoranti di piazza Farnese a Roma’, sia stato stilato (pare dal presidente del Senato in persona) in coda a un festino privato con baiadere, levrieri afgani, tartufo, ventagli cinesi sventolati da cinesi, i dischi di Kylie Minogue e la tivù su una televendita di idromassaggi.
La Chiesa è divisa. I gesuiti buttano acqua sul fuoco, sostenendo che parlare di persecuzione anticristiana è esagerato, ma che sui terreni del Seminario della Santa Passione, 18 ettari accanto al Gianicolo, grava effettivamente un’ipoteca in loro favore. Le Edizioni Paoline guardano con prudenza al movimento guidato dal professor Pera, e pare che abbiano rifiutato, su suggerimento dell’ufficio legale che teme accuse di plagio, il nuovo saggio di Galli della Loggia ‘Perché non possiamo non dirci cristiani’. Possibile, invece, che le Paoline diano alle stampe la raccolta degli editoriali di Angelo Panebianco sul ‘Corriere’ in una bellissima edizione per bambini, illustrata da Licia Colò.
Segreta la posizione dell’Opus Dei.
Decisamente al fianco del gruppo lib-lab (liberali e labari) i cattolici tradizionalisti, dal Gruppo Lepanto (che propugna la ripetizione della battaglia, all’epoca falsata da alcuni vascelli turchi palesemente in fuorigioco) agli schutzen della Val Passiria, sostenitori della natura divina dello speck e delle origini bavaresi di Gesù. Nel frattempo gli inediti schieramenti politico-culturali hanno portato a profondi cambiamenti nella stampa italiana. Sul ‘Foglio’ di Giuliano Ferrara le rubriche dei ciellini, fino a ieri ospitate accanto a rubriche sui pompini e alle digressioni di Carlo Rossella sui bidet dell’hotel Carlton, saranno maggiormente protette, e pubblicate in una pagina-preservativo incellophanata. Il ‘Corriere’, perplesso sull’inserimento di Voltaire e Céline tra i libri da allegare al giornale, su suggerimento di Panebianco ha infine deciso di pubblicarli, ma nella nuova collana ‘I libri maledetti’, con prefazione di un criminologo. ‘Repubblica’ aveva realizzato un poderoso forum tra il suo direttore, il cardinale Ratzinger e Massimo Cacciari, ma purtroppo, nel trasloco tra piazza Indipendenza e largo Fochetti, è andato perduto. Il fattorino che doveva trasportarlo nella nuova sede, a causa del pesantissimo carico fissato approssimativamente, ha ribaltato in curva.
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