da Fulvio De Roberto, Roma
“L’indipendente” (28 Settembre)Lettera: “Avevo ben chiaro, fin dall’inizio, il rischio: tenere questa fattispecie di rubrichetta avrebbe potuto farmi montare la testa. Ma non immaginavo di arrivare al punto di millantare addirittura il giornalismo, il giornalismo vero, quello con le palle. E invece, lo confesso, ci sono cascato. Ieri, mi sono messo in posa da giornalista vero e ho chiesto a un amico: ‘Chi butteresti dalla torre, il babbo o la mamma?'” Luigi CastaldiRisposta di Giordano Bruno Guerri: “Il gioco della torre, una volta prediletto dagli adolescenti in festa per mandare segnali d’amore, è diventato un modo utile ai giornalisti buoni per sembrare cattivi. E fa comodo anche agliintervistati, che così possono lanciare i loro messaggini o inventare una stupida risposta intelligente. Io avrei un suggerimento per questi giornalisti: passare al gioco della bottiglia, così potranno soddisfare meglio il loro verodesiderio, ovvero baciare l’intervistato.”Dio li fa e poi li accoppia.
Non ricordo bene: ma veramente il gioco della torre serviva agli adolescenti per mandare segnali d’amore? (csf)
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