da Gianni Guasto
Nel processo di Cogne, i sospetti della difesa vengono espressi dopo la sentenza: colpa di indagini troppo lunghe, o precisa scelta strategica? E di quale strategia si tratterebbe? Sembra che l’avv. Taormina non voglia parlare tanto ai giudici, quanto piuttosto all’opinione pubblica, che certi populisti vorrebbero depositaria della capacità divinatoria di conoscere il Vero, purchè diffuso da reti amiche. Ma quale è lo scopo di tutto ciò? Forse che la fase successiva prevede i magistrati sottomessi al giudizio popolare? O forse, l’unica cosa che conta, alla fin fine, è quella di rimanere a lungo in prima pagina?
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