da Massimo Puleo
Bravissimo Csf, che su Prima Pagina ha denunciato la discriminazione che subiscono i maschi al momento di andare in pensione. Lavorare cinque anni in più per conquistarsi il vitalizio, avendo una vita media di circa sei anni più breve, è un’ingiustizia bella e buona. Non mi si venga poi a dire che la giustificazione di ciò è data dal fatto che la donna si occupa della casa, dei figli e bla bla bla perché oggi non è più così. Per la precisione oggi è tutto un fiorire di colf, nonni baby sitter, asili nido e conquiste sociali che agevolano la famiglia (ancora poco, ma rispetto al passato qualcosa s’è fatto). Quindi una proposta non peregrina mi parrebbe quella delle pensioni unisex, garantendo in egual misura uomini e donne particolarmente ‘usurati’. Ok, sbranatemi.
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