da Vittorio Grondona – Bologna
Lo Stato italiano, rappresentato ormai da gente messa lì a scampanellare la testa come gli immensi fantocci sui carri di carnevale, ha deciso di mettersi le brache del Capo Famiglia dettando leggi di immagine che producono solo drammatici scompensi sociali. Potrei citare il pericoloso aumento dei pirati della strada spinti a fuggire dale proprie responsabilità per il terrore di perdere punti sulla patente o addirittura il ritiro della stessa o, infine, di dovere affrontare altre conseguenze ben più gravi, ma mi soffermo per ragioni di spazio sulla scarsa fiducia che alcune amministrazioni papareccie hanno della sacra istituzione della famiglia. Ultimo arrivo nel listino dei prezzi è il consumo dell’alcool da parte dei minori. Pericolosissimo, non c’è dubbio, ma cosa ti combina lo Stato affarista: il proibizionismo. Vietato ai minori di 16 anni bere alcolici in pubblico, se no multe salatissime ai genitori… A questo punto un genitore si sentirebbe il dovere morale di chiudere in casa i propri figli minorenni, altrimenti, se facesse parte del popolo che paga le tasse, in pochissimo tempo andrebbe in rovina. In più ho letto di un ragazzo quindicenne che bellamente dice di fregarsene del divieto: lui esce di casa già ubriaco.
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