da Giovanni Trombetti, Monza
Un amico di famiglia, nel tentativo di scappare in Svizzera alle persecuzioni raziali che erano in atto in Italia, fu rifiutato dall’amministrazione elvetica e, durante il suo ritorno in Italia perse la madre, che, catturata, venne inviata ai campi di concentramento e uccisa. Il rifiuto della Svizzera – che comunque altri profughi accettò – a dare ospitalità a persone disperate, che come alternativa probabilissima avevano il lager, venne fino a poco tempo fa ritenuto da me come “incomprensibile”. Ieri l’orrendo Calderoli mi ha aiutato a capire che si diventa stronzi senza neanche accorgersene.
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