da Lorenzo Mazzucato, Padova
Ieri, la Camera dei deputati ha definitivamente abolito l’esercito di leva, con il solo voto contrario di Rifondazione e l’astensione dei Verdi. Un breve commento alla notizia. Fino a non molto tempo fa, i Lagunari della San Marco – meglio conosciuti con il soprannome di Marò – godevano di una fama assai negativa, specie negli ambienti della sinistra. Generalizzando, li si parificava all’universo mondo dei “Fascisti”. Nei suoi reparti regnava il nonnismo più becero e pesante. Non rare morti di giovani reclute erano derubricate sempre come “incidenti”. Ora, soprattutto grazie alla missione in Iraq, i Marò sono divenuti parte della nuova retorica nazionale, declinata sempre meno come sacralità della Costituzione repubblicana (povero art.11..), ma sempre più come linguaggio militaresco ed eroico; come necessità urgente di sicurezza e ordine, anche interni. Mi chiedo: si sono “spostati” i Marò verso la normalità della Costituzione, oppure è l’Italia che si è “spostata” verso i Marò? Se alcune autorità istituzionali del nostro paese adottano, nei proprio discorsi, tutto l’armamentario retorico e soldatesco che prima era confinato solo nelle caserme, come non preoccuparci di un esercito esclusivamente professionale?
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