da Christian Migliorati
Sono molto felice della liberazione dei tre ostaggi italiani, per loro stessi e le famiglie e perchè non si sono avuti altri lutti. Resta però l’amaro in bocca per la quantomeno strana (rectius, inquietante) loro presenza in quelle terre e per una sorta di beatificazione che li ha interessati, unitamente al povero Quattrocchi. Ho, poi, come l’impressione che l’assassinio del povero Amato sia passato in secondo piano e la cosa mi ferisce perchè, tra tutti, le uniche armi che abbia mai imbracciato sono gli attrezzi da cuoco. Posso capire la disperazione, ma io mi sento rappresentato da persone che portano la pace, anche attraverso il proprio lavoro quotidiano, specie se lontano dalla propria terra e dai propri affetti. Italiani o non Italiani.
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