da Claudio Trezzani
Sabelli beveva, beveva. Istigato da quasi omologo cognomico (Sabellico) ce ne fa epistolarmente partecipi in una missiva di posta elettronica che fortemente sospetto essere stata redatta sotto l’influsso delle bollicine. Perchè il tono è enfatico e auto-compiaciuto. E lo è nei confronti di eno-produttore locato in una regione un tempo anelito di mire irredentiste. Ora che la zona è definitivamente annessa all’Italia, sospetto che il Ferrari delle bollicine abbia inebriato il Nostro perseguendo un più ampio disegno: stordire la mejo italica gioventù (…si fa per non dire) per ventilare supposta inadeguatezza al cospetto di individui austroungaricamente dediti al derivato dal luppolo (gonfia, la birra, ma imbarazza meno la penna). E se volete, la prossima volta vi dico cosa e quanto bevo proletariamente io.
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