da Barbara Melotti
Ero davvero un po’ preoccupata: possibile che nessuno trovasse mai da ridire sui miei post? Non essendo di quelli che “se la tirano”, lungi dal pensare di aver sempre ragione, mi stavo convincendo di essere una che pensa e scrive solo banalità e ogni volta riscopre l’acqua fresca. Perciò ringrazio di cuore Peter Freeman per avermi fermato sul punto di decidere di non intervenire più. Non paga di siffatta vendetta, volevo anche fargli rilevare quello che secondo me fa la differenza fra i casi di Carlotto (lui pure, e legittimamente certo, latitante) e di Battisti, tanto per lasciar quietare Sofri, che appunto una volta tanto non c’entra: la latitanza e il silenzio (eventuale) come scelta difensiva, o la “non difesa”, cioè la scelta di non riconoscere lo Stato come tale, con il conseguente diritto/dovere di giudicare, come Battisti medesimo ha ammesso di aver fatto. E mi permetto d’insistere: secondo me questo secondo approccio non può che ricevere, in democrazia, la dura sanzione di lasciare chi lo sceglie solo ad affrontare il prezzo dei propri errori.
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