da Gianni Guasto
L’ascesa al potere di Berlusconi fu espressione di una diffusa insofferenza alle regole; da allora, furono coniati parecchi epiteti contro chi voleva difenderle: da “moralista bigotto”, a “giustizialista”, a “forcaiolo”, per concludere con “comunista”. Oggi, che lo sport regala ai propri supporters tante delusioni, si vede ricomparire la virile protesta di chi definisce “moraliste” le sanzioni contro un giocatore maleducato. Ma senza regole, dello sport che cosa resta? Alla lunga, nemmeno i soldi.
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