da Lorenzo Barracco
Mi rivolgo ad Alessandro Ceratti. La signora Rigo, con quella sua frase (“in Italia è dirsi fascisti che non si può”) inequivocabile, ha lasciato intendere che in Italia siano reati le opinioni. Purtroppo per la signora – e per molti altri – la libertà d’opinione è garantita dalla plurisventolata Costituzione. La flessibilità (elasticità?) non c’entra: si è preferito un “dirsi” ad “apologia” o “ricostituzione del partito”; la citazione del comunismo è una conferma: io posso dirmi comunista, non posso inneggiare ai milioni di morti che sta provocando.
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