da Barbara Melotti
Non voglio entrare in alcun dibattito su innocenti e colpevoli, che oltre a richiedere esatta conoscenza delle cose che in genere non abbiamo (e sicuramente io non ho), sono pure categorie che hanno molto a che fare con la Giustizia, ma poco con la giustizia dispensata in tribunale come ben sanno coloro che ci lavorano o che la subiscono, né, intendiamoci, potrebbe essere diversamente.Tuttavia l’intervento di Freda, che ancora assimila Battisti a Sofri, mi stimola una riflessione. Il primo non ha ritenuto di “legittimare” lo Stato che voleva processarlo riconoscendogli l’autorità per farlo. Non solo è stato latitante, ma non si è nemmeno difeso, come se avesse dall’altra parte un privato “nemico”. Affari suoi. Nessuno Stato può farsi carico anche di posizioni come queste. Se vent’anni dopo se n’è pentito è un problema del tutto suo. Altri (penso per esempio a Carlotto, anche se in quel caso l’accusa non era “politica”) pur restando latitanti, si sono efficacemente difesi, hanno magari perso, ma in un contesto nel quale, poi, lo Stato ha potuto o potrà mitigare il suo giudizio. Mi pare che a occuparsi dei Battisti, veramente, non ci sia sugo. E che qualsiasi parallelo con Sofri sia stridente.
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