da Mirko Morini (http://butirrometro.splinder.it)
Traduco da TIME Europe del 17 maggio 2004, pagina 41:
In un esperimento del 1971 […] lo psicologo di Stanford Philip Zimbardo creò una falsa prigione nel campus e a caso divise gli studenti volontari tra prigionieri e guardie. Quello che doveva essere uno esperimento di due settimane dovette essere interrotto dopo solo 6 giorni perchè le guardie “iniziarono a usare i prigionieri come giocattoli per il loro divertimento”, ricorda Zimbardo. “Loro gli facevano simulare sodomia. Loro spogliavano nudi i prigionieri per molte infrazioni e li mettevano in isolamento per periodi eccessivamente lunghi.”Zimbardo e altri psicologi che hanno studiato torture e sadismo tra guardie carcerarie e soldati credono che la maggior parte degli abusi possono essere ricondotti a dinamiche di gruppo e circostanze più che a individualità. […]In prigione le torture e gli abusi sono garantiti, conclude Zimbardo, se mancano queste tre cose: regole chiare, uno staff ben addestrato e una gestione severa che includa le punizioni per le violazioni. Tutte e tre sembra mancassero ad Abu Ghraib, conclude.
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