Muore Eugenio Cefis, muore Romolo Siena, muore Valerio Riva, muore Umberto Agnelli. Qualche allineamento astrale? Qualche cometa? Tutti e quattro dei grandi nel loro settore. Tutte persone che mi sarebbe piaciuto intervistare (Valerio Riva, in effetti, l’ho intervistato, un paio di anni fa). Nel frattempo Vittorio Emanuele di Savoia prende a pugni il cuginetto Amedeo di Savoia, davanti ai reali di Norvegia e di Grecia. E pensare che se le cose fossero andate in maniera diversa quel signore oggi dovremmo chiamarlo Maestà. Resto colpito anche da alcune frasi. Lidia Ravera, contattata da Camillo Langone, per il Foglio, sulle sue abitudini beverecce, dice: “Al Salone di Torino mi hanno fatto assaggiare una serie di Baroli Ceretto con cui ho rasentato il sublime. Un sapore appuntito, pieno, poetico”. Oggi mi sento appuntito un po’ anche io. E non resisto davanti alle esternazioni di Vasco Rossi. A me i Rossi piacciono quasi tutti, Valentino, Paolo. Ma Vasco non mi è mai piaciuto e non capivo perché, fino a ieri. Leggo: “A me della politica non me ne è fregato mai niente. Guardavo alle lotte del movimento come si guarda una partita di pallone”. Mentre guardava la partita di pallone dava un’occhiata anche al registratore di cassa. Rossi, il peggiore dei Rossi. Ma sentiamolo ancora, sentiamolo in alcuni brani di filosofia: “Negli alberghi in Italia i bar chiudono di notte. Tu paghi 24 ore su 24, loro dopo le 11 chiudono. Questo passa in Italia perché c’è stata una grande confusione tra comunismo, sindacalismo, bigottismo”. Vasco Rossi, la vita spericolata gli ha creato dei guasti. Se vuole bere vada al salone del Libro. Ci sono Baroli appuntiti e poetici. E’ uscito il libro di Carlo Rossella sui Grand Hotel e Panorama, giornale diretto da Carlo Rossella, pubblica un inchiesta sui Gran Hotel e una recensione del libro di Carlo Rossella sui Grand Hotel. Divino automarchettificio. Grande Carlito(csf)
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