da Giorgio Guiotto
In Iraq è stato ammazzato un italiano. Un italiano che si trovava laggiù per lavoro. La sua era stata una scelta rischiosa, consapevole. Stava lavorando, un lavoro forse particolare, sicuramente diverso dal solito, ma stava lavorando. Non tutti hanno un lavoro tranquillo, seduti ad una scrivania, attaccati ad un tornio, dietro ad una cattedra o ad una bancarella al mercato. Il lavoro, il suo, lo aveva spinto in Iraq. Adesso è morto, per mano di gente fanatica, di gente che non ha nulla da perdere, gente crudele, selvaggia. E noi dovremmo lasciare la popolazione normale in mano a quelle persone? Quattrocchi era e rimarrà italiano, un altro lavoratore italiano vittima del lavoro.
Ci provi, può farcela:
TITOLO TUTTO MAIUSCOLO (a capo)da Nome Cognome (solo iniziali maiuscole, prima il nome che non siamo in caserma)
Una riga di spazio, testo.
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