da Gabriele Vegetti
Arrivo tardi nel dibattito sulla punteggiatura per denunciare un orrido malcostume diffuso tra i titolisti di settimanali e periodici: il punto a cazzo di cane. Non so quale perversione spinga queste persone a riempire i loro sottotitoli di tonnellate di punti assolutamente inutili. Un esempio per tutti (da L’espresso n. 13): “A Taipei c’è un nuovo presidente. Che ha fallito sul referendum anti-Pechino. Ma che vuole rifare la costituzione. In un paese ricco e in continua crescita” Che cacofonia, che bruttura! A leggerlo ad alta voce fa l’effetto di un’automobile che batte in testa. Basterebbero tre punti in meno e una virgola in più per renderla una frase degna della lingua italiana. Possibile che nessun altro sia disturbato da questo fastidioso vezzo?
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