da Pier Franco Schiavone, Milano
Dice Guasto “certo, tra chi ha generato dolore, c’é anche Lotta Continua: questo è fuor di dubbio”. Fuor di dubbio un cavolo. In LC di Milano e Bologna, negli anni ’70, ho conosciuto ragazzi e ragazze straordinari, animati da una passione per la politica che oggi gli adolescenti neanche immaginano. Ho fatto centinaia di riunioni ma non ho mai sentito teorizzare la lotta armata. Le BR erano considerate come il fumo negli occhi e certi slogan erano solo espressione dell’esuberanza giovanile. Sono molto peggio quelli della Lega di oggi. Sofri e Boato, per citarne due, non erano affatto percepiti come leader. A me, per esempio, era simpatico Mimmo Pinto. Non ricordo un solo dibattito in cui si è parlato delle loro posizioni. LC non aveva una struttura di partito, non aveva un comitato centrale. Aveva un pessimo giornale (non a caso ne fu direttore anche Mughini). Aveva delle sedi in cui ci s’incontrava, ricordo che ci tassavamo per pagare l’affitto. Si differenziava da movimenti come Autonomia Operaia, perché troppo violenta, tanto da limitarne gli eccessi durante le manifestazioni. Interagiva spesso con altre organizzazioni giovanili extraparlamentari. Qualche testa calda c’era, ne ho conosciute, ma, quando non erano sbattute fuori, certo non erano in grado, né culturalmente né per quantità, di caratterizzarne la linea. Ricordo tanti volantinaggi davanti alla Breda e alla Pirelli. Non crederó mai che Sofri abbia fatto assassinare Calabresi. Sapete cosa si diceva alla fine degli anni ’70, nell’ambito di LC, sull’omicidio Calabresi? Che era stato il primo omicidio delle BR. Naturalmente senza averne minimanente prova, era solo una sensazione. Per quanto riguarda la cosiddetta lobby di LC, caliamo un velo pietoso, se esiste affonda le sue radici nel Rotary Club, è roba da salotti e BMW. (Gasp! Ho sforato!)
Gulp! Ho pubblicato!
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