da Paolo della Sala
Da sempre si sapeva che esiste una componente “iraniana” degli sciiti, impegnata a tutto fuorché alla pacificazione dell’Irak. Nonostante i lai degli estremi pacifinti, non si tratta di “rivolta di popolo”, né di “compagni della resistenza che hanno leggermente esagerato”, come scrisse Jena sul Manifesto dopo Falluja. Come tutte le ex dittature, compreso l’Afganistan, l’Irak è cosparso di clan organizzati in bande armate. Se l’Onu non interviene, occorre che intervenga la Nato o la U.E. con la lega araba, ma non si può dimenticare che prima della caduta di Saddam in Irak morivano ogni giorno 3/400 persone, né che l’Irak invase Iran e Kuwait, gasò Curdi, lanciò missili su Israele, pagò i terroristi che massacravano gli “ebrei”, si dotò di armi atomiche francesi. I fatti di questi giorni testimoniano che laggiù c’era una fogna, e non il paradiso evocato dai finti pacifisti.
Nessun commento.
Commenti chiusi.