di Alessandro Robecchi (Il Manifesto)
Quindicimila dollari al mese? Ventimila? Le notizie di stampa sono sommarie e confuse, non si capisce bene. Dopo un anno di guerra (mission accomplished!) si viene a sapere che in Iraq c’è pure qualche esercito privato, pietosamente chiamato “security”, manco fossimo in discoteca. Un po’ esercito americano in outsorcing (meno stato, più mercato!), un po’ supporto all’intelligence e un po’ aiuto tecnico-militare. Insomma, c’è un sacco di gente (15.000 persone circa, secondo esercito per numero presente in Iraq) che con la guerra ha trovato un buon lavoro: fare il mercenario. Gabbie salariali rigidissime, non fatevi illusioni, la globalizzazione funziona, e pure meglio, anche in guerra. Se sei irakeno prendi 150 dollari al mese, mica male. I gourka nepalesi e i guerrieri delle isole Fiji possono arrivare a duecento. Questa nota salgariana mi ha sorpreso, ma alla fine perché no… uno delle Fiji può essere scemo tanto quanto uno scemo del South Carolina. SEGUE
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