da Gianluca Freda
Colto da repentino attacco di finto pacifismo, Paolo della Sala ci ricorda che il terrore, il crimine e l’uccisione di civili sono cose molto brutte. E chi dice di no? Si tratterebbe solo di ammettere che sono anche parte integrante della guerra, anzi ne sono la definizione stessa, e chi reputa giusta o accettabile una guerra ritiene giuste e accettabili anche tutte queste cose. Con lo stesso esercizio di sano realismo si potrebbe anche capire che Moore ha ragione, che la ribellione irachena è davvero una rivoluzione accostabile all’epica garibaldina. Del Garibaldi vero, feroce, sanguigno di Bezzecca e dei fatti d’Aspromonte, non di quello pomposo ed edificante rivisitato ad uso e consumo della retorica di conciliazione nazionale.
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