da Primo Casalini, Monza
Mi toccherà cominciare a leggere Marx, cosa che non ho mai fatto. Sul Corriere della Sera ieri c’era una simulazione di quello che succederebbe con i tagli alle tasse che vorrebbe Berlusconi. Oltre il 60% dei soldi in più se li troverebbero in tasca i cittadini che appartengono al primo decile, quello più benestante. Gli altri nove decili si spartirebbero meno del 40%. E’ quello che ha fatto Bush, e se uno protesta perché chi è già ricco si può comprare un’auto in più, gli si risponde: “Sì, ma tu ti puoi comprare la marmitta”. Non sono un pauperista né un poverinista, ma questo tipo di scelta mi sembra… ehm… inappropriato, e mi stupisco dell’imbarazzo dei leader di centrosinistra di fronte ad una scelta che più di destra non si può. D’altra parte, questo è un governo che sul premio al primo decile è stato di una coerenza assoluta: i condoni di ogni tipo, il rientro dei capitali (anonimi e col misero aggio del 2,5%), l’abolizione della tassa sulle successioni e sulle donazioni, le leggi sul falso in bilancio. Tutti provvedimenti che il premier si è tagliato su misura per sé e per quelli come lui, che si danno una bella fregatina alle mani tutte le mattine. E quando dice che gli italiani sono più ricchi di un anno fa, non mente, pensa veramente che gli italiani siano solo quelli del primo decile. Gli altri, pesce da frittura. A che decile appartengono i parlamentari nazionali e regionali? Forse, per l’80%, al primo decile: e questo darebbe qualche spiegazione al loro silenzioso imbarazzo.
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