da Massimo Bocchia, Roma
L’articolo di fondo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di ieri, intitolato “L’Italia e l’Onu: un paradosso”, mi suscita alcuni dubbi preoccupanti. Non posso credere infatti che un giornalista così attento non conosca il profondo significato che ha avuto e continua ad avere l’art.11 della Costituzione italiana (in particolare per quanto riguarda le limitazioni della sovranità nazionale), né quello dello Statuto delle Nazioni Unite (anche solo ricordando le finalità comuni indicate nel suo “Preambolo”). Ora, dato che così non può essere, l’unico paradosso non può che essere quel suo intero articolo e quella sua conclusione (“s’invoca l’Onu in realtà solo per mascherare la propria incapacità davanti alle sfide della storia cercando di salvare insieme la propria buona coscienza”), che è ben altra cosa dal sostenere la necessità di una profonda trasformazione delle Nazioni Unite. (…)
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