da Peter Freeman
Caro Csf, di solito evito di scrivere su questo sito a difesa di quanto faccio alla Rai: lo giudico un privilegio davvero eccessivo. Men che meno mi piace parlare o scrivere di Ballaro’. Tuttavia Franco Barone nella sua cortese risposta mi chiama nuovamente in causa. Lo ringrazio per il “bravo giornalista”, appellativo che mi inorgoglisce perche’ questo e’ il lavoro che, per passione, mi sono scelto nella vita. Sorvolo sul giudizio sul compenso. Pero’ la logica che Barone mi attribuisce (privato=profitto=USA=capitale=satana) e’ davvero un po’ troppo rozza persino per i mei rozzi gusti. E allora che faccio? Scompongo la logica, elemento per elemento.
1. In campo economico l’ iniziativa privata e’ certamente finalizzata al profitto. Non solo ma soprattutto. Nell’iniziativa privata gli uomini ripongono parte dei loro desideri di auto-realizzazione, e l’aspirazione ad un arricchimento che sara’ tanto piu’ legittimo quanto piu’ sara’ rispettoso di una serie di norme sia giuridiche che universalistiche. Ovviamente le norme mutano con l’evoluzione della societa’, e la societa’ evolve con la trasformazione delle sue forme economico-sociali. Ad esempio, il concetto di legittimita’ del profitto si e’ andato modificando (io penso in meglio) dalla meta’ del XIX secolo in poi grazie al sindacalismo (otto ore lavorative, divieto del lavoro minorile, abolizione della schiavitu’, ecc..). Questo ce lo spiegarono fior fiore di economisti liberali, da Adam Smith in poi. Nulla da ridire ne’ da eccepire.
2. Il profitto non ha bandiera, neppure quella americana, figuriamoci oggi, in tempo di internazionalizzazione dei mercati.
3. Il capitalismo e’ nato molto prima degli Stati Uniti d’America. Oggi gli Usa interpretano semmai un capitalismo molto aggressivo e rapace, e tuttavia questo non ne fa il simbolo del capitalismo stesso.
4. Del capitalismo non penso bene perche’ sono di scuola marxiana. Ma sono anche un ateo convinto. E poiche’ non credo in Dio non credo neppure in Satana. Per questo, quando sento pronunciare la parola “satana” in un contesto che ha a che fare con la politica o con l’ideologia o con l’economia o con la sessuologia, in genere rimango perplesso. Molto perplesso.
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