Lo so che rischio di scatenare un pandemonio. Ma lasciatemelo dire. Cè aveva ragione. O meglio, aveva ragione nei primi cinque secondi della bagarre. Che il presidente Fiori lo interrompesse per invitarlo a moderare i termini del suo discorso è un fatto assolutamente inconcepibile. Un parlamentare può dire quello che vuole e la prassi è sempre stata rispettata. Dire “Roma ladrona” (non entro nel merito, ma i leghisti di scemate ne dicono di molto peggiori) non è consentito? E chi lo ha deciso? Berlusconi ha detto che i politici di professione sono dei ladri. Non risulta che Fiori gli abbia mandato un telegramma invitandolo a moderare i termini. Cè poteva dirlo, a mio giudizio, senza doversi preoccupare della sensibilità politica ed istituzionale di Fiori. Poi da quel momento è stato tutto un susseguirsi di imbecillità. Urlare fascista al presidente non è carino, rifiutarsi di uscire dopo l’espulsione non dimostra accettazione delle regole democratiche. Il bavaglio è una buffonata. Insomma, il dopo è una cosa tutta leghista. E vederli litigare, spero che me lo consentiate, mi ha fatto godere. Ma sul prima c’è un chiaro elemento di indimidazione che non è accettabile.(csf)
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