da Gianluca Freda
Il rifiuto di trattare con i rapitori è sempre stato un’inumana stupidaggine anche quando si è avuto a che fare con terrorismo e malavita nostrana. Nel caso degli ostaggi in Iraq, poi, siamo di fronte ad un criminale esercizio di pianificata strafottenza da parte di un governo che, per motivi elettorali, ha più bisogno di eroi e retorica patriottarda che di uomini vivi. Dobbiamo salvare la vita ai tre superstiti. Chiedo il ritiro senza condizioni, chiedo che il governo domandi perdono agli iraqeni per la violazione del diritto internazionale a cui ha dato sponda, agli italiani per lo scempio dell’art. 11 della Costituzione, alla famiglia Quattrocchi per la leggerezza con cui ha affrontato la crisi. Non si tratterebbe di arrendersi, ma di riconoscere una sconfitta che è già sotto gli occhi di tutti.
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