da Filippo Facci
Io non so perchè sono stato immediatamente associato al caso Sofri e a Giuliano Ferrara, con il quale – chi legge sa – mi sto pubblicamente scontrando ormai da tempo pur volendogli io molto bene. Devo aver sbagliato giorno. Per il resto, se non disturba, vorrei ribadire il mio schifo: che riguarda assai di più altre cose – quelle etiche e bioetiche, i divieti vari – che non il caso Sofri del quale semplicemente, per motivi personali, ho sempre preferito non occuparmi senza il mondo soffrisse per questo. Per il resto, io non sono convertito a niente; non voto più dal gennaio 2000 e scrivo sul giornale più filogovernativo d’Italia dove tuttavia riesco proprio per questo, quando dissento o meglio riesco a farlo, a pretendere di influenzare a mio modo il centrodestra stesso: che appunto legge il Giornale, mica l’Unità. Chi legge sa. I risultati? Ombre e luci. Ho attaccato Previti e il manipolo degli avvocati con una violenza irripetibile; ho dato del bugiardo matricolato al ministro della Sanità; ho attaccato certo illiberalismo di An e scritto esplicitamente che finchè esiste gente come Gasparri il Polo è inguardabile; ho scritto che l’Israele Day era una cazzata strumentale e ricattatoria; ho fatto e detto un sacco di cose – Sabelli in parte le conosce, perchè me le ha fatte ripetere intervistandomi – ma non si tratta, ora, di sciorinarle come medaglie, o tantopiù di doverle esibire a certi cretini professionisti: il punto è se io abbia fatto del mio meglio oppure no, o se, viceversa, in me abbia prevalso certa furbizia paracula che è pure necessaria per non farsi cacciare in tre minuti dai luoghi dove lavoro. Me lo chiedo tutti i giorni, e la risposta a questo punto è affar mio.
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