da Peter Freeman
Caro Csf, lo so non si fa, non sta bene, ma stavolta mi lodo e mi imbrodo. E dunque:
a) chi ama il rugby si puo’ leggere i resoconti del sottoscritto sul “Manifesto”. Per me e’ un punto d’onore (scriverne) e materia di piacere infinito;
b) il rugby andrebbe in effetti spiegato meglio ai profani che lo guardano in tv per la prima volta. Ma sulla Sette non sempre le telecronache sono all’altezza. Gianluca Barca e’ bravo e competente, e cosi’ i due commentatori, ma il secondo telecronista (non ne ricordo il nome, amen…) non ci capisce una mazza;
c) il cucchiaio di legno (wodden spoon) va effettivamente alla squadra che perde tutte le partite e non all’ultima classificata. Oltre al suddetto “cucchiaio”, gli altri trofei in palio sono la Calcutta Cup (va alla vincente della sfida tra Inghilterra e Scozia) e la Triple Crown, assegnata alla squadra delle isole britanniche (dunque Scozia o Inghilterra o Irlanda o Galles) che batte tutte le altre. Quest’anno l’unica che potrebbe vincerlo e’ l’Irlanda (che dio la benedica);
d) per una vita il rugby si e’ fondato su sfide dirette e anche il “Nations”, agli albori, si riteneva vinto unicamente dalla squadra che avesse battuto tutte le altre, realizzando il Grande Slam. Successivamente e’ prevalsa l’idea della classifica. Oggi siamo al successo per miglior differenza punti, che molti rugbisti considerano una mezza bestemmia;
e) Csf, ti perdoniamo. E poi il tuo blog e’ zeppo di rugbisti, il che ti fa onore (ma tu non lo sai, tapino…)…
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