da Paolo Martelli
Gentilissimo Sig.Sofri, Le scrivo sollecitato dal suo intervento in favore del Nazista Priebke. Penso che solo chi ha avuto persone care uccise abbia il diritto di proporre perdoni o chiedere grazie: mi domando perciò chi Le da il diritto di proporre cose che non La riguardano e non La toccano personalmente. Sono figlio di un deportato a Mauthausen e morto in quel campo col N. 57251: lungi da me chiedere vendette postume, ma neanche perdoni fuori luogo. Mi sono molto piaciute del nostro Presidente Ciampi, che interpretano in modo anche commovente il mio sentire e probabilmente anche di quelli che hanno avuto morti in nella tragedia dell’ultima guerra. In quanto al suo caso sono fra quelli che lo vorrebbero libero a questo punto della sua vita e della storia d’Italia. Assisto però con un certo disagio al fatto che La si legga tutti i giorni sui giornali, e che stia diventando, fra gli applausi di molti, da “cattivo maestro” a ” maitre a penser”.
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