di Luigi Castaldi
Ogni tanto due bravi, lo scettico pien di sussiego ed il materialista beffardo, si appostano ad un tratto della stradicciola lungo la quale solitamente vien don Gianni, in una mano reggendo il breviario, nell’altra la cintola dei pantaloni. Lo aspettano, come in un agguato, per chiedergli in una burbera celia che sa di tormento e sfida: “Ripeti, se n’hai ardimento: tu senti voci?” Lui n’ha e, fiero e mite in una, ammette: “Sì, le sento”. Don Gianni ha un cuor di leone, non è mica un vaso di coccio. Stavolta il bravo era uno solo, quel Sabelli Fioretti che è davvero bravo. In un punto di Sette, frazione di Corsera, ha atteso il nostro prete e gli ha chiesto: “Che voce era?” E quello a lui: “Una voce mentale che mi parlava dentro” (Sette, n.11/2004, pag.59). SEGUE
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