da Vittorio Grondona
Nei primi anni ’60 mi sono trovato tristemente coinvolto in un atto di terrorismo. Occasionalmente mi trovavo nella stazione di Verona in attesa di proseguire il viaggio per una breve licenza militare. Proprio quel giorno il Compartimento ferroviario di Verona era in sciopero ed era stato opportunamente organizzato un servizio sostitutivo dei treni con partenza nei pressi del deposito bagagli di stazione, dove di conseguenza mi ero recato insieme a tantissima altra gente. Improvvisamente all’interno del deposto scoppiò una bomba. Intorno a me lo spostamento d’aria aveva provocato un vuoto surreale e lo scenario che vidi fu davvero sconvolgente: gente trafitta in più parti del corpo da schegge di vetro e altro, e sangue dappertutto. Ci fu un morto e diversi feriti. Il mio danno si limitò, per pura fortuna, ad alcuni frammenti di vetro che ebbero la straordinaria accortezza di fermarsi sul berretto della divisa. A distanza di oltre quarant’anni ancora mi chiedo il perché di quell’atto così vile e disumano, quali interessi avesse voluto salvaguardare… Ora si parla di anni di piombo! Ma di quale piombo?… Eravamo in pace con tutti, l’economia stava andando bene…. Il piombo del potere e degli interessi?… Forse sì… Ma certamente non quelli del popolo!
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