da Alessandro Ceratti
Cara Barbara, ho letto attentamente il tuo pezzo su documenti. Ti capisco per mille motivi, ma ti voglio sottoporre alcune obiezioni. Tu fai un elenco di imposizioni assurde che questa legge accolla alla futura madre. Però rimane secondo me un fatto, nessuno obbliga qualcuno ad avere un figlio. Così come nessuno obbliga B. a fare politica. Ma se lo fa è giusto che ci siano dei condizionamenti a cui deve (dovrebbe) sottoporsi, che servono a tutelare la società, allo stesso modo una madre dovrebbe accettare gli obblighi che si pensa siano opportuni per tutelare gli embrioni. (Nell’ottica accettata dai parlamentari che gli embrioni debbano essere tutelati). Avere un figlio non è un diritto, così come non è un diritto essere alti. Ora la scienza medica ha elaborato dei rimedi per gli sterili che vogliono avere figli e non ha ancora elaborato rimedi per bassi che vogliono diventare campioni di basket. E’ certo che domani l’ingegneria genetica manipolerà pesantemente gli esseri umani. E’ ineluttabile. Però queste manipolazioni (ora ai primi, timidi esordi) porranno seri problemi di concezione dell’essere umano e del mondo. Questo approccio “cattolico” è poi così abbietto solo perché prevede di guardare ora un po’ più lontano?
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