da Barbara Melotti
Caro Alessandro, no. L’approccio cattolico non è abbietto. Io potrei definirlo retrogado e oscurantista, potrei obiettare che comunque non deve interessare lo stato laico, ma non lo definirei abbietto. Se fosse un approccio cattolico, ma non lo è. Da un punto di vista cattolico è solo “limitazione del danno”. Un approccio cattolico avrebbe proibito, ed è esattamente quello che li accuso di non aver avuto il fegato di fare. E in tal caso io, che cerco sempre di usare con cautela le parole, avrei definito la legge, appunto, oscurantista e indegna di un paese laico, ma non nazista. Il fatto è che questa legge, contrariamente a quanto tu dici, sancisce proprio il diritto, solo per alcuni “probi”, ad avere figli, un diritto condizionato al “pagamento” sul corpo della donna di un pedaggio di dolore e sofferenza aggiuntivo che lo renda più moralmente accettabile. E non entro nella questione dei presunti “diritti dell’embrione”, se non per rivolgerti una domanda: quand’anche esistesse un embrione con dei diritti, possono (devono) venire prima di quelli della madre?
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