da Giorgio Trono
Giustamente si richiama il principio della separazione dei poteri. Peccato che se i magistrati organizzano uno sciopero per influenzare la redazione di una legge su cui dovrà pronunciarsi il Parlamento, a violare tale principio sono essi stessi. E’ come se deputati e senatori decidessero di astenersi per un giorno dalle sedute varie perchè ritengono che una sentenza sia stata iniqua nei loro confronti. Pazzesco. Questo a livello teorico, perché nella pratica le colpe della situazione attuale vanno equamente ripartite. Da un lato una magistratura che, come ogni corporazione, ha paura delle novità e difende i privilegi di cui gode, dall’altro dei politici spinti troppo spesso da istinti punitivi. E chi paga siamo noi cittadini.
Giorgio, lei non ha le idee chiare, le sfugge la differenza tra una sentenza e una legge. Nel merito: sono d’accordo che spesso la magistratura si comporti da corporazione. Basti pensare che ancora oggi funziona una magistratura parallela che amministra sentenze “private”. Sono d’accordo che molti magistrati (ma non quelli a cui pensa lei) hanno paura delle novità e difendono i privilegi. Ma in questo caso no. La riforma dell’ordinamento giudiziario è una schifezza e non c’entra nulla con i privilegi dei magistrati. E’ solo un sistema per rallentare i processi, per condizionare i giudici e per portarli sotto l’ala protettiva dell’esecutivo (csf)
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