di Alessandro Robecchi per il Manifesto
Come i piloti dei jet, o i giocatori di basket, dovremmo dotarci di eccellenti tempi di reazione. Silvio è partito come un tappo di champagne nella galassia della sua campagna elettorale e adesso ci rimbalzerà nelle orecchie per mesi come una pallina da flipper. L’uscita sui politici ladri segue di poche ore l’ennesima barzelletta sui campi di sterminio, che a sua volta segue l’ultimo piagnisteo vittimista, che a sua volta segue l’ultimo inno ottimista e così via. Rischiamo di non stargli dietro, di non tenere il ritmo. Chi di noi ogni tanto non vorrebbe una pausa? Calma! Non ho ancora finito di indignarmi per quella prima e già devo restare a bocca aperta per la cazzata dopo, è spossante, ti stressa: Silvio sarà pure immortale, ma per gli altri è una specie di malattia sociale. Insieme ai dati dello smog le centraline delle città dovrebbero dare anche il tasso di Silvio nell’aria, possiamo sempre uscire con una mascherina di Bondi. CONTINUA
MENO SILVIO PER TUTTI. Mica male. E se ne facessimo una maglietta? (csf)
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