da Massimo Puleo
Se uno mangia cento polli all’anno ed un altro nessuno, per l’ISTAT ne hanno mangiati cinquanta a testa, e – al punto in cui siamo – non mi sembra più corretto semplificare così le cose (come non mi sembra corretto mangiare cento polli all’anno..). Il nocciolo della questione “inflazione percepita” è tutto qui. Ad alcune classi sociali i ribassi dei prezzi di taluni generi voluttuari sono del tutto indifferenti, semplicemente perché non se li possono permettere, visti gli aumenti di quelli di sussistenza. Un’utile proposta sarebbe allora quella di calcolare l’inflazione per categorie di consumatori, cioè in base alle capacità economiche delle varie famiglie: insomma, differenziare i panieri. Inutile dire che tale accorgimento sarebbe politicamente inopportuno, perché rappresenterebbe la traduzione in cifre del fatto che l’inflazione non è uguale per tutti ma che colpisce molto più duramente gli italiani meno abbienti.
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